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Casa di Cura Villa
Immacolata accreditata
con il Servizio Sanitario Nazionale Unità Operativa di
Riabilitazione dell’età evolutiva San Martino al Cimino (VT)
Tel.0761-29251 Fax 0761-379434 |
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IL DISTURBO DA DEFICIT DI ATTENZIONE-IPERATTIVITA' |
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Il
disturbo da deficit di attenzione - iperattività (DDAI) è un disturbo evolutivo piuttosto
frequente (3-5% dei bambini in età scolare) che consiste principalmente in una
evidente disattenzione, nella iperattività e
impulsività del comportamento, tali da rendere problematico il rendimento
scolastico e l'adattamento sociale. La diagnosi va fatta dopo una accurata valutazione della situazione e secondo precisi
criteri: ad esempio il Manuale Statistico Diagnostico americano (DSM-IV) elenca
18 sintomi, parte dei quali deve essere comparsa prima dei sette anni di età.
Interviste e questionari compilati dai soggetti, dai genitori e dagli
insegnanti facilitano la diagnosi. Test neuropsicologici
specifici sono fondamentali per la organizzazione
degli interventi. La sintomatologia pone diversi problemi nella gestione
educativa del bambino sia in famiglia che a scuola, e spesso crea situazioni di
conflitto tra il bambino ed i suoi coetanei, il bambino
e gli educatori, gli educatori tra loro. A volte gli insegnanti possono pensare
che il comportamento del bambino sia dovuto ad una
educazione trascurata in famiglia, o i genitori tendono a pensare che i
problemi che il bambino incontra a scuola siano determinati da atteggiamenti
sfavorevoli degli insegnanti verso di lui, e questo crea delle incomprensioni.
Quel che è certo è che l'educazione di questi bambini tende a mettere in crisi
gli educatori, perché i metodi che normalmente funzionano qui appaiono poco
efficaci. Oggi
si ritiene che il disturbo abbia in molti casi una base genetica e che si
tratti di bambini che seguono percorsi evolutivi anomali che, nella maggioranza
dei casi, tendono per fortuna a rientrare nella normalità. Le cause precise
sono tuttora poco conosciute, anche perché i bambini con DDAI sono un gruppo eterogeneo, ognuno diverso dagli altri nella
sintomatologia e nella storia individuale. Si possono associare al DDAI
disturbi della condotta, dell'umore, della comunicazione, di ansia,
tic e comportamenti oppositivo - provocatori, difficoltà di apprendimento. La
valutazione va condotta in collaborazione con i genitori e gli insegnanti,
perché il comportamento può essere diverso da un ambiente all'altro, da
un'attività all'altra, in tempi diversi, e questo può favorire l'insorgere di opinioni contrastanti. Gli
interventi debbono avere lo scopo non di
"guarire" il bambino, perchè il DDAI non è
una malattia, ma semmai una variante poco fortunata dello sviluppo individuale;
ma piuttosto quello di seguirne le difficoltà e aiutarlo a ridurne le
conseguenze negative sul piano sociale e dell'apprendimento. Occorre cercare di
rendere coerente l'intervento educativo di genitori ed insegnanti, anche
ricorrendo a strategie diverse da quelle usuali; bisogna definire bene i
problemi da affrontare, i punti di forza e di debolezza del bambino, i
risultati da ottenere, con particolare riguardo alla riduzione dei
comportamenti problematici; attuare con pazienza e
coerenza un progetto educativo individualizzato e realistico, verificato e
aggiornato periodicamente. Va richiesta la consulenza di esperti
che abbiano familiarità con la sindrome per l'eventuale impiego di farmaci
utili. Ma soprattutto occorre cercare di gestire lo stress creato al bambino
stesso ed agli educatori dalla situazione e trovare l'intesa tra la famiglia,
gli insegnanti e gli operatori del servizio che lo segue. Sull’argomento è
disponibile la bibliografia per approfondire
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